Un commento a caldo, subito dopo le prescrizioni BCE di due anni fa, pubblicato a posteriori.

Dicembre 12, 2012

CIRCOLAZIONE e VITA RESIDUA DEL DEBITO PUBBLICO AL 30 settembre 2011. Fonte MEF Dipartimento TESORO

Al 30 sett 2011 BOT  BTP CCT CTZ

2011

201,6

87,78

30,05

37,3

356,73

pil nel Mildi € debito %

2012

92,7

121,6

25,8

46,2

286,3

2007

1546

1602

103,6

2013

117,8

14,3

16,9

149

2010

1548

1843

119,8

2014

84,9

26,6

111,5

2015

101,8

16,97

118,77

con un tasso di   crescita al 2% sarebbe stato on ogni caso cosi:

2016

50,85

14,8

65,65

nel 2010 1639

1843

112,4

2017

62,19

8,05

70,24

2018

47,9

9,8

57,7

2019

85,7

85,7

2020

67,9

67,9

Fonte: Ministero   dell’Economia e delle Finanze –

2021

83,35

83,35

notifica del   deficit pubblico inviato alla Commissione Europea ex Reg CE 3605/93

2022

3,8

3,8

2023

52,29

52,29

2024

0,66

0,66

2025

19,2

19,2

2026

28,4

28,4

2027

26,03

26,03

2029

27,4

27,4

2031

29,8

29,8

2033

15,45

15,45

2034

21,4

21,4

2035

15,6

15,6

2037

24,8

24,8

2039

18,7

18,7

2040

20,01

20,01

2041

6,7

6,7

294,3

1222

146,37

100,4

1763,1

Ci stiamo lamentando un po’ tutti per le prescrizioni che sono venute dall’Europa per risanare il nostro squilibrio finanziario che è arrivato a livelli assurdi: debito al 119% del PIL ; ci siamo sentiti offesi, lesi nella dignità , nel sentimento di nazione, mortificati per l’atteggiamento tutoriale delle due nazioni, Francia e Germania che hanno irriso il Presidente del Consiglio, e che ci ha messo alla corda per condurci sulla dritta strada. Era ora!

Gli italiani che sono caratterialmente votati all’ascolto della buona musica, che prediligono le fiction e le trasmissioni ove si fa chiasso e si animano dibattiti,  non sono molto sensibili ed attenti alla lettura dei grigi e severi numeri , specie quando essi esprimono valori dell’economia. Conoscono bene le statistiche calcistiche , sono edotti in tanti settori, ma rifuggono dall’approfondire i rudimenti della matematica , tanto più quando essa ha attinenza con la moneta e la finanza.

Senza andare troppo lontano nel tempo , utilizzando i dati disponibili sul sito del Tesoro messi li per tutti( Link  Dipartimento del Tesoro – Scadenze Titoli Suddivise per Anno ), con la loro semplicistica rappresentazione si può avere la sensazione del baratro nel quale ci stavamo dirigendo ( speriamo di esserci fermati seriamente ) a dispetto della pur encomiabile ma altrettanto antipatica azione del Ministro Tremonti che sa di dover fare il cerbero; non sa invece di dover sistematicamente comunicare agli italiani il grado di pericolosità al quale siamo stati portati. Forse per non scontentare l’elettorato, il suo mentore ed anche per accontentare tutti e per sottacere la circostanza di  aver fatto degenerare la spesa pubblica oltre ogni limite. [1]

Come si sia potuto far vivere nella tranquillità i cittadini e far sapere loro che va tutto bene è poi è altra cosa; appartiene al senso di responsabilità o di irresponsabilità che dovrebbe qualificare l’operato del buon padre di famiglia.

Per dare i driver della nostra situazione è sufficiente leggere quattro numeri delle tabelle: nel 2007 il pil è stato di € miliardi  1547 nel 2010 è stato di € miliardi 1548. Crescita zero. Nello stesso periodo il debito pubblico è passato invece dalla modica cifra di € miliardi 1602 a € miliardi 1843, con un delta che fa venire i brividi solo a dirlo e cioè più € 243 miliardi in soli quattro anni , con un overflow di circa 60 miliardi all’anno ed una spinta tendenziale da voragine.[2]

In altra sede andremo ad analizzare le ragioni di questa follia gestionale e ad individuare anche le fonti di spesa, che avranno pur avuto ragioni economiche e politiche, ma che lasciano intendere come anche Tremonti, che ha fatto il duro e che ora si è arroccato sull’intransigenza più assoluta, avrebbe dovuto strillare al mondo intero la degenerazione dei  fondamentali del bilancio dello Stato e/o dimettersi platealmente per richiamare l’attenzione di tutti se aveva capito cosa ci aspettava. Si può anche opinare che era in buona federe e che non lo avesse capito.In un solo caso poteva essere giustificato: se quelle somme fossero state destinate ad investimenti sani con ritorni certi per l’economia e non anche in spesa corrente.Naturalmente la situazione non piace a tanti: non piace ai sindacati, alle lobby , alle corporazioni, non piace neppure a chi pratica la politica del nimby, ma è davvero prossima all’implosione se non si provvede. La terza camera ,” il salotto di Vespa”, che ci fa edotti su tanti argomenti, di tanti omicidi, di indagini di costume che gli Italiani seguono con attenzione assidua,  sacrificando un po’ di audience, avrebbe fatto cosa gradita all’OCSE che lamenta il basso tasso di conoscenza e di informazione della cittadinanza sulle dinamiche finanziarie e dell’economia, se, utilizzando Giannino ed altri comunicatori, avesse anche preparato due tavole con i numeri che contano e, senza mettere la mano benevola sulla spalla dei suoi ospiti, li avesse invitati alla ragione ed avesse  loro detto  “cosa aspettate”? Il crack ?Meno male che lo Stato Italiano non ha speso, come invece è successo a Francia, Germania e Inghilterra che si sono svenate , una lira melius un euro per sostenere le banche durante la crisi del 2008; chè, anzi, sono state le banche a fare da cassa di compensazione per tutti i write off ( le cancellazioni dei crediti per perdite ) di non poche aziende italiane che hanno presentato i libri in tribunale.Un esempio per tutti , recente : gli ospedali San Raffaele di  Milano di Don Verzè , il prete finanziere d’assalto, cui va il merito di aver creato un polo salutistico di eccellenza ma anche il demerito di operazioni che nulla avevano di etico e di religioso, richiederanno un ulteriore  sacrificio per le banche di parecchi milioni.Ed ancora sempre per dire bene delle nostre banche va segnalato che esse non hanno rimpinguato i portafogli di titoli Greci e Portoghesi a tassi elevati per far quadrare il conto economico ,come hanno fatto Parigi e Berlino a spese della Grecia; pertanto, non soffriranno per la riduzione del debito Greco al 50% misura resa necessaria per il salvataggio.[3]E i “Grechi” come dice una illetterata onorevole smettano di scioperare; ricomincino a fare sul serio prima che qualche golpe li rimetta nel barrèe. Questo vale e varrà anche per noi per le cose che si dirà in proseguo.Tremonti all’epoca nel 2008, con le banche, ci ha provato per far entrare lo Stato in quel capitale ; per fortuna l’operazione non gli è riuscita. Grazie banche; oggi forse il debito pubblico avrebbe avuto altri compagni di cordata.E concludo.Il piano di attività presentato  dal Governo Berlusconi alla Ue costituisce in tempi di crisi la somma di iniziative cui qualsiasi impresa che voglia rimanere sul mercato è costretta a guardare , pena la sua espulsione ; ha tempi medio lunghi ed effetti che si spalmano anch’essi nel tempo medio lungo.Occorre ben altro ; qualcosa di più di una  patrimoniale. Occorre anche una iniziativa emblematica e forte che elimini, con ogni consentita urgenza, almeno una parte del debito senza la quale, come si evince dal piano delle scadenze più prossime dei titoli di Stato ( 2012 e 2013), non si annulla il rischio di default visto che tutti i Fondi che lavorano sulla piazza di Milano e molti operatori “hedge found”, istituzionali e non, si sono alleggeriti di buona parte del portafoglio investito in nostri titoli negoziandoli nei dark pool ( pozzi neri) per non farsi identificare e per sottrarre le informazioni al mercato, nel durante, relativamente ai prezzi ed alle quantità.Quindi è certo che non saranno più compratori. L’alleggerimento è stato di circa 300 miliardi ; ad esso non sono state estranee le consorelle bancarie di Francia, Germania ed Inghilterra, che, pur dopo le operazioni di riduzione del rischio Italia, saranno comunque abbisognevoli di significativi aumenti di capitale. E questo la dice lunga sul clima di sospetto e di solidarietà. Peccato che le banche e Banca d’Italia non siano in grado di far sapere, con una  settorizzazione  spinta dei dati, quanta parte del debito è in mani improvvide. Ciò è la conseguenza dei molti mercati paralleli a quelli ufficiali.Una raccomandazione agli investitori nazionali per la difesa della italianità: liberatevi di tutti i bond acquistati per esterofilia. Se ciò avvenisse e fosse possibile non avremmo bisogno di nessuno. La ricchezza complessiva della nostra nazione come emersa dal report mondiale recente di Credit Suisse è sufficiente ed adeguata quanto basta. Se ciò accadesse la nottata rappresentata dal 2012 e dal 2013 passerebbe come dice Eduardo senza pene.Nel frattempo è augurabile e si spera che l’Italia ritrovi il buon senso e, se non lo ritrova, ci si augura che tutti provvedimenti necessari, quelli del piano del Governo presentato all’Europa, vengano assunti a dispetto di tutte lamentele, proprio tutte, purchè le risorse reimmesse in circolo vadano verso i giovani e le sole imprese meritevoli: quelle che costruiscono ed aggiungono valore. Ai sacrifici occorre prepararsi per il patto di solidarietà con le nuove generazioni.  Non possiamo farne a meno.

Continua perché subito dopo è successo di più.

Il pezzo è stato scritto all’indomani delle prescrizioni di Monaco , cioè più di due anni fa e non venne pubblicato da un giornale che fu destinatario dello scritto. Ora capisco anche il perchè. Richiede aggiornamenti alla luce di quanto è successo nel biennio e del nuovo che è successo in Europa.  Ci facciano il piacere quelli che non sanno leggere i numeri di evitare di continuare a fare promesse a parole. Ora è il momento della serietà e delle decisioni che contano: si va anche a votare e lo spettacolo al quale ci stiamo preparando della rincorsa di tanti schieramenti certamente non fa bene all’Italia , giacchè si da l’idea che non ci siano poi formazioni in grado di assumere una visione responsabile globale nella governance del nostro sistema. Due costole dall’Idv, due, tre o anche più dal Pdl , il movimento arancione, etc etc ognuna portatrice di istanze pur importanti ma specifiche e particolari rompono il quadro d’insieme e soprattutto ci fanno fare un salto indietro di anni. Forse anche per questo motivo non si è fatta la riforma elettorale che mette dei paletti e degli sbarramenti. Ma chissà che gli Italiani questa volta non abbiano capito dove cosa occorre fare.

 ( federico d’aniello pubblicista 111525)


[1] Ora a distanza di poche settimane, dopo gli approfondimenti fatti, ho maturato una diversa convinzione, ancora più dura. Siamo stati governati da un ragioniere che conosce bene i dati della contabilità ma non conosceva affatto né l’economia delle aziende né la macroeconomia e che non conosce ancor di più la finanza che ha solo demonizzato e criticato ma di cui non immagina e preconizza eventi ed evoluzioni. Ma si è mai messo sott’occhio i dati finanziari per capire in quali mani stavano i nostri titoli e su quale grado di affidabilità poteva contare ?

[2] Ho ora organizzato altri dati che danno una visione più complessiva delle evoluzioni storiche e che diverranno il contenuto di altri approfondimenti.

[3] E in ogni caso vengono bastonate da tutti perché non sono state prone nella gestione della finanza cattiva e sono state invece solo nazionaliste nel sostenere la politica del governo con l’acquisizione in portafoglio di titoli del debito pubblico.