un pezzo scritto qualche anno fa

Ripropongo un articolo “Università on line una occasione da non perdere. e pubblicato  in data 17 aprile 2015

 

Traduzione di un articolo apparso su una rivista della Società di Consulenza strategica BOSTON CONSULTING GROUP .

“Il numero relativamente piccolo di persone che, In un passato non troppo lontano, ha preso lezioni on-line negli Stati Uniti ha visto una crescita all’alternativa dei corsi tradizionali tenuti in classe . Gli adulti in carriera e i giovani hanno approfittato delle lezioni on-line gradite a causa della convenienza concessa loro di imparare sempre e ovunque. Nella mente di molte persone i corsi di laurea online sono stati quasi sempre associati a scopi lucrativi delle associazioni, delle istituzioni, anche se sono state molte le istituzioni non profit che hanno proposto corsi individuali on-line.

Oggi, quello che una volta era considerato un mezzo educativo di nicchia è diventato parte del mainstream.

Ad esempio, il 60 per cento di istituti secondari propongono offerte di corsi online. E la percentuale di studenti di istruzione superiore attualmente iscritti ha almeno un corso on-line ed è ad un massimo storico del 34 per cento, ovvero rappresentano circa 7 milioni di studenti-con iscrizione online con una crescita  di almeno cinque volte di più rispetto al numero alle iscrizione totale. Più di 3 milioni di studenti, il 15 per cento di tutti gli studenti dell’istruzione superiore, stanno attualmente imparando, principalmente attraverso corsi on-line, come studiare in un programma che è per lo meno per l’80 % in linea.

Tale cifra era del 6% per cento un decennio fa.

La formazione on-line è associata ad una vasta gamma di istituzioni educative, tra cui si registrano alcune delle più prestigiose università senza scopo di lucro del paese. Ciò che aveva generato un’opportunità basata su un trade-off qualità /convenienza si è modificato in una percezione del livello di qualità costruito sulla reputazione e su una modalità di insegnamento che richiede meno compromessi.

Un sondaggio BCG su oltre 2.500 studenti e 675 genitori e con-aziende americane ha confermato queste tendenze che si arricchiscono di nuove opportunità per esempio con l’esperienza degli studenti in corsi blended (che combinano on-line e l’istruzione in-class). In linea con le stime di cui sopra, i risultati del BCG US Education Sentiment Survey indicano che la percentuale di studenti attualmente con un corso online si attesta al 30 per cento degli studenti post-secondaria.

Si stima inoltre dal sondaggio che il 16 per cento degli studenti post-secondaria sta attualmente imparando principalmente attraverso corsi on-line. Inoltre, la ricerca di BCG ha identificato gli atteggiamenti universali sulla formazione on-line tra gli studenti e genitori.

La indagine ha mostrato che gli studenti in tutti i dati demografici e posizioni sociali vogliono combinare  gli online con corsi in aula tradizionali, per creare un’esperienza di apprendimento che coniuga le impostazioni virtuali e tradizionali. In realtà, la nostra indagine indica che più del 25 per cento degli studenti è attualmente in corso almeno un corso blended.

E’ anche emerso che gli studenti desiderano un maggiore livello di interattività .

Le istituzioni che non riescono a prepararsi a questi cambiamenti e rispondere alla drammatica maggiore concorrenza tra offerte online rischiano di perdere la quote di pertinenza e la quota di mercato globale. Quelle che si adattano scopriranno enormi opportunità non sfruttate per la crescita, nuove piattaforme per l’innovazione ed il potenziale modo di trasformare le inclinazioni con cui le future generazioni di studenti impareranno.”

 

 

IL  CASO ITALIA

Siamo il paese con il più basso indice di e-learning, con il più basso indice di studi che si perfezionano on line.In compenso siamo il paese con il più elevato indice di costo amministrativo e di gestione in tutti gli ordini di scuola.E non è un caso il dato rappresentato dal fatto che solo il 40% dei giovani tra i 25 ed i 40 anni ha un titolo di studio di cultura terziario, mentre solo il 15% tra i 55 e 64 anni ne dispone.La percentuale aumenta di 10 punti nella generazione degli anziani.Dopo il Brasile siamo il paese con la percentuale più bassa di laureati.

Analisi

In Italia gli studenti iscritto ai corsi delle Università Telematiche on line sono appena 46 mila circa. Le Università tradizionali appaiono restie ad aprirsi del tutto e non riescono a cogliere le opportunità che si presentano con l’impiego delle tecnologie che nei paesi avanzati e nei paesi Europei lungimiranti si stanno offrendo ai giovani.

Università Telematica Guglielmo Marconi                                                                                                             1423

Università telematica Unitelma Sapienza di Roma                                                                                                 1645

Università Telematica Internazionale Uninettuno di Roma                                                                               8.710

Università Telematica Niccolò Cusano di Roma                                                                                                     11.790

Università Telematica San Raffaele di Roma già UNITEL                                                                                       968

Università Telematica “E-Campus di Novedrate (Co)                                                                                             10205

 

In un fondo della settimana scorsa su un importante settimanale in merito alla riforma della Scuola in generale si osservava, e ciò vale per ogni ordine di scuola ed anche per le Università , che quel che conta nel processo di formazione non sono i contenuti, che possono essere visti in funzione degli obiettivi e delle finalità professionali a tendere, quindi non il cosa , ma il come. Forse anche le Università devono fare una profonda riflessione e rendere sempre meno cartacea, libresca e frontale, la modalità di insegnamento e sempre meno statiche le lezioni. Ne trarranno vantaggio tutti e soprattutto gli iscritti che sono circa 1700000 costretti in ragione della mobilità, dei costi e dei vincoli di tempo ad una dispendio di energie non indifferenti che potrebbe essere di certo più contenuto se solo si pensasse che almeno una parte, solo una parte, ad esempio riferita alle lezioni meno impegnative che richiedono una minore interazione con la didattica visiva e frontale, si svolgesse con la modalità on line

L’ apporto in termini di contenuti non ne risentirebbe e potrebbe essere colto con continuità di tempo, con una disponibilità senza limiti di spazio e con costi marginali bassissimi. E forse anche le stesse Università una volta fatto l’investimento potrebbero trarne non piccoli vantaggi in termini di conto economico.

Napoli li 7 aprile 2015

IL CASO NAPOLETANO DELLA FEDERICO II ” FEDERICA”.

E’ stato rilasciato il volume “Federica Eu” della nostra Federico II di Napoli,  consegnato in uno al settimanale Sette del Corriere della Sera di oggi, intitolato a “Lezione con un click “! In esso si parla della nuova rivoluzione culturale che ha la forza di Gutenberg e la velocità di Internet. Solo qualche settimana fa in una conversazione rotariana  se ne era parlato.  I Mooc ( Massive open online courses ) corsi on line aperti e pensati per una formazione a distanza ( con piattaforme varie  di Università Italiane che sfruttano persino produzioni di origine extranazionale ) sono un ottimo inzio, giacchè, pur essendo diretti a famiglie di utenti  le  più disparate, giovani, docenti, professionisti e semplici appassionati, non hanno ancora la finalità di erogare servizi di formazione per completare un intero corso di studi come fanno le Università Telematiche sopra citate figlie del provvedimento Moratti istitutivo delle Universita online.

Le Università al pari di tante altre Istituzioni ( Sanità, Giustizia)  sono nella fase storica di un passaggio epocale. La carenza nell’E-learning ci veniva rimproverata dall’OCSE già più di un decennio fa. ( come si può leggere dai 5 articoli pubblicati nel 2004 sul giornale il Denaro )

Alle spalle occorrono, però, ben altri investimenti e progetti di elevato contenuto organizzativo ad ampio impatto.

Quel che serve è la possibilità di aiutare i giovani a cogliere tutte intiere le opportunità della formazione a distanza, consentendo loro di completare almeno per ogni corso di laurea una quota degli insegnamenti, quelli possibili, con innegabili vantaggi per la collettività tutta a fronte di investimenti che hanno un ROE elevatissimo.

Le analisi costi e benefici sono sotto gli occhi .

http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/arte_e_cultura/15_aprile_16/federicaeu-campione-web-learning-f2c497e4-e424-11e4-8e91-005682cf2ca0.shtml

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2015/04/16/anche-la-federico-ii-va-sulla-rete-lezioni-gratis-on-line-dal-21-aprileNapoli01.html?ref=search

 

In allegato un articolo del Corriere della sera di giorni fa che segnalava le Università pronte per erogare servizi di formazione finalizzate alle lauree ed una serie di miei articoli apparsi sul giornale il Denaro nel 2004, nella fase di approfondimento della materia per una progettazione di e.learning per una Università di Napoli .

Le lezioni al tempo del Covid

articoli sull’e-learning pubblicati sul denaro nel 2003 versione pet il blog

 

 

UN MODO DI FARE ASSOCIAZIONISMO E NON SOLO CHE TRASFORMA IL MODELLO DELLE RELAZIONI.

Il pezzo era stato scritto ed appostato stamane. Aveva un diverso titolo che ho dovuto rettificare. I provvedimenti normativi  (decreti) appena pubblicati, di cui  ho aggiunto in calce gli articoli pertinenti, rendono non più attuale la premessa del testo che tendeva a suggerire e consigliare un nuovo modello di vita associativa.

Il quadro normativo  da conto delle ragioni sottese. Si aprono nuove strade nei processi istituzionali  , non per convinzione organizzativa mirata alla facilitazione delle attività di relazione, ma come opportunità innovative consentite alla politica in questo contesto di criticità.

Ed è probabile che la la scelta fatta possa aprire una breccia nuova sulla base non di sole convinzioni ma di reale utilità per la società.

UN MODO DI FARE “ROTARY ” DIVENUTO ATTUALE CON IL CORONAVIRUS

Utilizzo strumentalmente un abstract ristrettissimo, parte di una delle tante mail e corrispondenza interna, riservata, mantenuta con alcuni soci e past President sul tema della riorganizzazione del distretto per entrare in argomento.

Tra i motivi indicati per dividerci vi erano la distanza, i costi, ed altri aspetti organizzativi non fondamentali in un momento in cui invece la forza era data, ed è data, dallo stare insieme.

Il dato è tratto e non si torna indietro. Il distretto 2100 sulla base di quelle argomentazioni discutibili si è diviso in due realtà associative: Campania e Calabria.

Ora, invece, alla luce del Coronavirus che sta rivalutando la rete e un  nuovo modello  organizzativo della vita sociale, e non solo, si è indotti a riflettere e ad argomentare sulle tante attività superflue e sui momenti non proprio utili dei Club e del Distretto, come si suol dire, senza un reale valore aggiunto , realizzabili in alternativa, con un uso adeguato della rete ( tante riunioni distrettuali a basso valore contenutistico che non sono finalizzate a   mettere in campo iniziative pro Rotary  e per le sei missions della Fondazione ).

La rete, peraltro, non esclude ma semmai rafforza la esigenza strategica di realizzare poi a valle, in pochi ma importanti momenti dell’anno, incontri  reali, efficaci, di sola relazione e conoscenza con l’obiettivo di sviluppare il valore e il sentimento dell’amicizia; uno dei must dell’associazione che serve a cementare  quelle opportunità che si possono cogliere solo stando insieme  e con la condivisione degli scopi.

In altri termini punto cardine dell’ organizzazione, non  solo di ora ( vedi il libro di Billy Gates Business “Alla velocità del pensiero 1999”  il libro  Bit Bang, Sole 24 ore, anno 2000 della Boston Consulting ),  che vale per tutte le attività di impresa, per le aziende sia pubbliche che private, per le associazioni  e perfino per la Scuola e le Università, è concentrarsi sulle vere ed importanti iniziative “core”; quando si fanno incontri e riunioni , stage, seminari occorre relegare e delegare alla rete,  alle funzioni che sono sulla rete e che sono nate per la rete, tutto ciò che può essere svolto a distanza con l’ausilio delle tecnologie, delle soluzioni sempre a disposizioni e nel tempo  fruibili.

Ne è un esempio, nel nostro caso, tutta la grande mole di funzioni di e-learning rotariane, appostate sul sito internazionale, in tutte le lingue e per tutto il mondo, per capire il Rotary, la sua anima, il suo stato giuridico e regolamentare, leggere i dati che sono a disposizione di tutti e che sono li proprio per facilitare.

Poi magari una, due volte all’ anno, club, distretti ed associazioni capitalizzano in meeting quanto hanno appreso a distanza ed anche attraverso incontri in rete, non attraverso la pedissequa ripetizione di contenuti scolastici e cognitivi, ma solo esercitando modalità per lo sviluppo delle relazioni umane e per confrontarsi sul modo di fare Rotary, focalizzandosi sui disegni strategici internazionali, nazionali e territoriali ed attivando progetti operativi di CLUB.

In altri termini, senza essere banali, si risparmiano tempo (risorsa da non bruciare per spostamenti) e denaro, e ci si concentra sulla qualità e sulle idee che contano per il Rotary e la società.

Naturalmente ciò che dico da qualche tempo e che ho scritto nella corrispondenza con amici rotariani in occasione del progetto di divisione, valeva allora per l’ex distretto 2100 ma potrà e dovrà valere anche con la nuova riorganizzazione della sola Campana.

Qui di seguito alcuni sintetici stralci della nota in cui sostenevo che i problemi del tempo, dei costi e delle distanze, potevano essere affrontati con modalità diverse dalla separazione.

“Caro amico,

Non sono andato tanto indietro nella raccolta della documentazione e bene hai fatto a farmene invio; mi risparmi un lavoro.  omissis …….

Mantengo per tutte le aree due o tre anni nell’ultimo PC corrente, Tutto il resto fuori da due o tre anni è su hard  disk esterni protetti,  backappati o su un secondo pc.

Non voglio perdere nulla e non voglio correre rischi. 

E cosi conservo una storia più che decennale della vita del Club e del distretto.

Quindi del Rotary al momento ho in linea solo gli  due anni ……………………, e tanto basta perchè, come sai, questo è il terzo tentativo di divisione in pochi anni.

Sia quello del tuo anno che quello di ………… sono abortiti con percentuali di non adesioni alla divisione la cui procedure non hanno fatto altro che creare fratture e incomprensioni senza arrivare ad un risultato.  omissis ………….

Un dato serve per capire cosa succederà il giorno dopo: la Calabria avrebbe 42 Club e 1547 soci: sarebbe la Cenerentola di Italia ( con tutto quello che sta succedendo in chiave politica sarebbe un bel dire ) e noi Campania figureremmo al 6 posto sia per numero di Club che di soci passando da una posizione di Rango ( diciamo cosi ) ad una situazione di mezza tacca.

Questo è il dato politico e strategico omissis   …………………………………

Non credo alle esigenze di carattere organizzativo nè alle dinamiche dei costi : sono motivazioni che forse oscurano, sottendono anche altre finalità, talune comprensibili altre incomprensibili.

Ma quelle attinenti alle inefficienze organizzative se affidate a risorse manageriali possono trasformarsi in opportunità.

I manager di aziende multinazionali di tutto il mondo con migliaia di risorse e responsabilità di risultati ed altre cose, pur stando sempre in aereo per ovvi motivi – ripeto nel mondo- possono accampare motivi di distanza , di costi e di contatto ?  I Governatori di paesi quali Argentina, Brasile etc ed altri come fanno ?

Il Rotary è lo stesso in tutto il mondo; funziona con le stesse regole dappertutto con gli stessi codici, principi, statuti e regolamenti. omissis………………………………………………….

E poi c’è un dato tutto nostro sul quale riflettere: Il Gruppo partenopeo ha perso negli ultimi 10 anni circa 150 soci mentre sono nati altri Club.

Noi al momento della Chart eravamo 52, lo leggo dal documento utilissimo che hai mandato tu . Oggi siamo 48 destinati potenzialmente a diventare di meno. Ed allora per fare una separazione  conta il numero dei Club o il numero dei soci ?

omissis

La rilettura della intera mail con altre argomentazioni, alla luce di eventi quali quelli che oggi stiamo vivendo, induce ad una riflessione banale.

Solo le emergenze e le criticità costringono gli uomini a prendere decisioni dure che, nella fase delle buona tranquillità , vengono osteggiate e mal digerite per ragioni ben note.

E che, invece, sono necessarie per migliorare la qualità della vita complessiva e l’efficienza del sistema e di tutto il mondo che in esso insiste: aziende, pubblica amministrazione, sanità, giustizia  etc etc.

Vale per il Rotary ma anche per tanti altri aspetti della società attuale che, a valle della storia del Coronavirus 19 che ci auguriamo si concluda al più presto e bene per il paese, diventerà diversa: sarà costretta a far riscoprire tutti i vantaggi delle cinque E di Lisbona ( trattato del 1990 ) sulle quali in particolare l’Italia accusa un pesante ritardo pur avendone a causa delle sue debolezze strutturali maggior bisogno.

Un esempio stringente di oggi e non è l’unico: l’ e-learning nelle Università e nelle Scuole, di cui si scoprono le enormi opportunità sin qui scarsamente utilizzate, è divenuto un tema di ascolto quotidiano e il sostegno ( l’unico) per la intera popolazione universitaria e per le Scuole di primo e secondo grado.  Una marea enorme di studenti in movimento costretta a stare a casa ed a scoprire un modo nuovo per apprendere, imparare e lavorare nella qualità di studenti. I paesi del Nord per le loro esigenze climatiche ed ambientali e non solo sono già attrezzati. Come avrebbero potuto rispondere alla crescita culturale della società senza una delle E ?.  Ma il racconto non si esaurisce qui.

Speriamo di poterlo riprendere in fretta, con la caduta di tutti e dei tanti ostacoli frapposti dalla “società che intermedia”, nell’interesse d tutti, e di riguadagnare il ruolo che l’Italia reale merita come sta dimostrando il ceto della sanità che vincerà, ne sono sicuro, ma solo per lo sforzo ed il sacrificio degli uomini in trincea e non per la gli aiuti che dovevano essere dati quando confrontando gli aridi numeri emergeva che a parità di cittadini il numero dei posti letto era uno dei più bassi dell’Europa a 27, ed il numero dei medici era carente di 50mila unità cosi come quello del personale ausiliario di circa 60 mila unità.

Qualcosa non quadrava ma la politica non se ne accorgeva dal 2017.

Questi sono i dati. Mancano nel rapporto con l’Europa a 15 rispetto al numero degli abitanti, 593 mila addetti nella pubblica amministrazione, 486 mila nella istruzione e 1485 nella sanità e nella assistenza sociale. Facciamo le nozze con i fichi secchi. C’è una ragione.Si ma non è questa la sede per parlarne. Altro giro.

federico daniello

fonte Eurostat

tavola al 2017  degli occupati nel settore

EU        Italia    eu15   italia  eu27    GAP

Sanità e assistenza sociale 21.521 1.812 8,3 4,7 3,6 1.435
Pubblica amministrazione, difesa e previdenza 12.178 1.241 4,7 3,2 1,5 592
Istruzione 13.694 1.572 5,3 4,1 1,2 486

Non avevo ancora letto i provvedimenti normativi. Sono appena noti.

Sembrano la logica conseguenza di quanto sopra

(Sedute in videoconferenza dei consigli e delle giunte comunali, degli organi di governo di province e città metropolitane, dei consigli e delle giunte regionali)

art 69
  1. Al fine di contrastare e contenere la diffusione del virus COVID-19 e fino alla data di cessazione dello stato di emergenza deliberato dal Consiglio dei ministri il 31 gennaio 2020, i consigli e le giunte di comuni che non abbiano regolamentato modalità di svolgimento delle sedute in videoconferenza, possono riunirsi secondo tali modalità, nel rispetto di criteri di trasparenza e tracciabilità previamente fissati rispettivamente dal presidente del consiglio, ove previsto, o dal sindaco, purché siano individuati sistemi che consentano di identificare con certezza i partecipanti, sia assicurata la regolarità dello svolgimento delle sedute e siano presenti nello stesso luogo il presidente della riunione e il segretario comunale. Le stesse previsioni valgono anche per le sedute degli organi di governo delle province e delle città metropolitane, nonché dei consigli e delle giunte delle regioni e delle province autonome in assenza di una diversa regolamentazione da parte delle leggi regionali e provinciali.
  2. Dall’attuazione della presente disposizione non devono derivare nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. Le amministrazioni interessate provvedono agli adempimenti di cui al comma 1 con le risorse umane, finanziarie e strumentali disponibili a legislazione vigente sui propri bilanci.
Relazione illustrativa

La norma in esame mira a consentire – temporaneamente durante il permanere dello stato di emergenza - lo svolgimento in videoconferenza delle sedute delle giunte e dei consigli comunali e regionali e degli organi di governo delle province e delle città metropolitane, in tutti i comuni che non abbiano regolamentato tale modalità di svolgimento, evidentemente utile per il contenimento del rischio di contagio da COVID-19.

La disposizione lascia ampia autonomia all’ente locale di disciplinare lo svolgimento della videoconferenza, con atto del presidente del consiglio (ove previsto dalla vigente normativa) o del sindaco, che fissi criteri volti ad assicurarne la regolarità e la trasparenza, nel rispetto di requisiti minimi fissati dalla norma (identificazione certa dei partecipanti e contestuale presenza nello stesso luogo del presidente della riunione e del segretario comunale, al fine di consentire l’immediata redazione e sottoscrizione del relativo verbale).

Le modalità procedimentali previste ricalcano un modello già adottato da numerosi regolamenti comunali, nonché nella prassi delle società private.

Relazione tecnica

L’applicazione della disposizione ha luogo nell’ambito delle risorse disponibili a legislazione vigente e non comporta nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.




 Art. 71

(Acquisti per lo sviluppo di sistemi informativi per la diffusione del lavoro agile e di servizi in rete per l’accesso di cittadini e imprese)

1.Al fine di agevolare la diffusione del lavoro agile di cui all’articolo 18 della legge 22 maggio 2017, n. 8, favorire la diffusione di servizi in rete e agevolare l'accesso agli stessi da parte di cittadini e imprese, quali ulteriori misure di contrasto agli effetti dell’imprevedibile emergenza epidemiologica da COVID-19, le amministrazioni pubbliche di cui all'articolo 1, comma 2, del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, nonché le autorità amministrative indipendenti, ivi comprese la Commissione nazionale per le società e la borsa e la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, sono autorizzate, sino al 31 dicembre 2020, ad acquistare beni e servizi informatici, preferibilmente basati sul modello cloud SaaS (software as a service), nonché servizi di connettività, mediante procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara ai sensi dell’articolo 63, comma 2, lett. c), del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50, nei limiti della soglia comunitaria, selezionando l’affidatario tra almeno quattro operatori economici.
  1. Le amministrazioni trasmettono allo stesso Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei ministri gli atti con i quali sono indette le procedure negoziate.
  2. Gli acquisti di cui al comma 1 devono essere relativi a progetti coerenti con il Piano triennale per l'informatica nella pubblica amministrazione. Gli interventi di sviluppo e implementazione dei sistemi informativi devono prevedere, nei casi in cui ciò è possibile, l’integrazione con le piattaforme abilitanti previste dagli articoli 5, 62, 64 e 64-bis dal decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82.
  3. Le amministrazioni pubbliche procedono ai sensi del comma 1 con le risorse disponibili a legislazione vigente. Dall’attuazione della disposizione non derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica.
Relazione illustrativa

La disposizione in esame intende favorire l’applicazione e lo sviluppo del lavoro agile e più in generale favorire la diffusione di servizi in rete e agevolare l'accesso agli stessi da parte di cittadini e imprese, quali ulteriori misure di contrasto degli effetti dell’imprevedibile emergenza epidemiologica da COVID-19 e di conseguente mitigazione del rischio, attraverso la semplificazione delle procedure di acquisto di servizi informatici in cloud, anche basate sul modello software as a service (SaaS), che supportano necessariamente i processi digitale di erogazione dei servizi per via telematica.

In particolare, la norma intende rafforzare e completare la misura, già disposta dall’articolo 13 del decreto-legge 2 marzo 2020, n. 9, con la quale è stata prevista per le amministrazioni pubbliche nonché per le autorità amministrative indipendenti, ivi comprese la Commissione nazionale per le società e la borsa e la Commissione di vigilanza sui fondi pensione, la possibilità di implementare, accelerare  e semplificare le procedure di acquisto di personal computer portatili e di tablet, per garantire appunto la possibilità di erogare servizi a distanza, in via telematica, consentendo altresì l’applicazione e lo sviluppo del lavoro agile da parte dei propri dipendenti.     

A tali fini appare imprescindibile procedere con urgenza alla modernizzazione della dotazione tecnologica delle predette amministrazioni pubbliche consentendo in tempi rapidi l’acquisto di servizi, anche di connettività, ad alto valore tecnologico, idonei a garantire la fruibilità sia delle funzionalità da parte dei dipendenti (al fine di intensificare la possibilità di ricorso alla modalità di esecuzione del rapporto di lavoro e massimizzare la produttività individuale), sia dei servizi erogati dalla amministrazione a cittadini e imprese.

In questo senso, la disposizione mira ad accelerare i processi di trasformazione digitale delle amministrazioni pubbliche che, attraverso procedimenti di acquisizione semplificati, possono dotarsi in tempi brevi di nuove tecnologie basate principalmente su tecnologia cloud, idonea a semplificare le attività di archiviazione e gestione dei dati, a facilitare l’accesso ad applicazioni, contenuti o servizi attraverso la rete Internet, a partire da un insieme di risorse preesistenti, configurabili e disponibili in remoto sotto forma di architettura distribuita. La tecnologia utile può essere basata sul modello Software-as-a-Service (SaaS), che rappresenta il cloud più comune e più usato dove si concede agli utenti accesso ad applicazioni e programmi.

E’ evidente, poi, che la necessità di affrontare l’emergenza, unitamente all’alto valore tecnologico dei beni e dei servizi occorrenti e alla rapida obsolescenza degli stessi, impongono tempi altrettanto rapidi di approvvigionamento.

L’intervento normativo proposto, pertanto, consente alle amministrazioni, di fronteggiare l’emergenza e, fino al 31 dicembre 2020, di ricorrere ad una procedura rapida e semplificata di acquisto,  assicurando comunque l’interesse del mercato essendo previsto il ricorso alla procedura negoziata senza previa pubblicazione di un bando di gara, prevista per i casi di eccezionalità ed urgenza dall’articolo 63, comma 2, lettera c) del decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50.

I progetti che le amministrazioni intendono realizzare facendo acquisto alle modalità previste dalla disposizione debbono essere comunque coerenti con il Piano triennale per l'informatica nella pubblica amministrazione e integrati, ove possibile, con le piattaforme abilitanti previste dagli articoli 5, 62, 64 e 64-bis dal decreto legislativo 7 marzo 2005, n. 82.

Gli atti con i quali sono indette le procedure di acquisto avviate con le modalità previste dalla disposizione introdotta devono essere trasmessi al Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei ministri, al fine di consentire il monitoraggio e la verifica dell’impatto della disposizione rispetto al processo di trasformazione digitale della pubblica amministrazione.

La misura di semplificazione è consentita fino al 31 dicembre 2020.

Relazione tecnica

MANCA RT

Art. 72

(Gruppo di supporto digitale alla Presidenza del Consiglio dei ministri per l’attuazione delle misure di contrasto all’emergenza COVID-19.)
  1. Al fine di dare concreta attuazione alle misure adottate per il contrasto e il contenimento del diffondersi del virus COVID-19, con particolare riferimento alla introduzione di soluzioni di innovazione tecnologica e di digitalizzazione della pubblica amministrazione, il Presidente del Consiglio dei ministri, o il Ministro delegato, fino al 31 dicembre 2020 si avvale di un contingente di esperti, in possesso di specifica ed elevata competenza nello studio, supporto, sviluppo e gestione di processi di trasformazione tecnologica, nominati ai sensi dell'articolo 9 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, sono individuati il contingente di tali esperti, la sua composizione ed i relativi compensi.
  2. Al comma 1-quater dell’articolo 8 del decreto-legge 14 dicembre 2018, n. 135, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 febbraio 2019, n. 12, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: «Gli incarichi conferiti ad esperti con provvedimento adottato anteriormente al 30 dicembre 2019 sono confermati sino alla scadenza prevista nell’atto di conferimento».
  3. Agli oneri derivanti dall’attuazione del comma 1 si provvede a valere nei limiti delle risorse disponibili di cui all’articolo 8, comma 1-quinquies, del decreto-legge 14 dicembre 2018, n. 135, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 febbraio 2019, n. 12 e all’art. 1, comma 399, della legge 27 dicembre 2019, n. 160.
Relazione illustrativa

La disposizione in esame intende offrire immediato supporto a tutte le iniziative e misure di sviluppo del lavoro agile, di immediata diffusione di servizi in rete per cittadini e imprese e, più in generale, di digitalizzazione e innovazione tecnologica che si impongono quali misure urgenti e necessarie di contrasto degli effetti dell’imprevedibile emergenza epidemiologica da COVID-19.

In particolare, già con l’articolo 13 del decreto-legge 2 marzo 2020, n. 9, è stata prevista per le amministrazioni pubbliche la possibilità di implementare, accelerare e semplificare le procedure di acquisto di personal computer portatili e di tablet, per garantire appunto la possibilità di erogare servizi a distanza, in via telematica, consentendo altresì l’applicazione e lo sviluppo del lavoro agile da parte dei propri dipendenti. Più in generale, il contrasto al diffondersi del virus COVID 19 ha imposto una serie di stringenti misure di contenimento, che necessitano dell’adozione di soluzioni di digitalizzazione e innovazione tecnologica per consentire l’erogazione di servizi a distanza mediante l’utilizzo delle nuove tecnologie.          

A tali fini, fermo restando il contingente di esperti già incaricati a supporto del Dipartimento per la trasformazione digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri, i cui incarichi sono confermati nella loro validità ed efficacia fino alla naturale scadenza indicata nell’atto di conferimento, è creato un ulteriore contingente di esperti, in possesso di specifica ed elevata competenza nello studio, supporto, sviluppo e gestione di processi di trasformazione tecnologica, chiamati ad operare sino al 31 dicembre 2020, a supporto del Presidente del Consiglio dei Ministri o del Ministro delegato per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione per l’attuazione delle misure di innovazione tecnologica e di digitalizzazione assunte per fronteggiare e contenere il diffondersi del Virus COVID 19.

Gli esperti sono nominati ai sensi dell'articolo 9 del decreto legislativo 30 luglio 1999, n. 303 e con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, sono individuati il contingente, la composizione ed i relativi compensi.

Relazione tecnica