Sempre in tema di tasse e di pensioni

Ho ripreso un pezzo scritto nel 2014 quando in una altra fase temporale  ( anno 2014) si accese il dibattito sul tema del retributivo e contributivo, tema sul quale poco sanno tutti gli italiani e che potrebbero, volendo, approfondire vista la imponente e storica documentazione che si può studiare sul sito sotto segnato ; e, vista la imponente massa di dati messa a disposizione dall’Osservatorio curato da un tal Brambilla, non uno qualunque, ma uno studioso della materia già a capo di un gruppo che per il passato esercitava il controllo per conto del Ministero competente, sino a quando è stata in piedi la funzione poi chiusa non si sa perché, non sarebbe male che anche gli opinionisti e la stampa seria ne facessero un uso serio per separare loglio dal grano. Cioè le tentazioni populistiche in materia dal rispetto di diritti di civiltà basati sulla certezze che devono accompagnare quanti nella vita hanno lavorato con impegno e responsabilità ed osservanza dei doveri civici consapevoli del ruolo ma anche del futuro che li avrebbe accompagnati nell’età della quiescenza.

Brambilla per non essere uno qualunque oggi, guarda caso,  ha anche la fortuna di essere un membro del Parlamento assiso nella maggioranza di governo;  continua ad essere Presidente del citato Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali le cui pubblicazioni di anno in anno ho saccheggiato per i miei approfondimenti, perché in un momento della vita lavorativa mi sono imbattuto sulle tematiche previdenziali sia quale responsabile di Bilanci tosti in aziende, in aziende complesse con il problema dei fondi di previdenza e con le esigenze di riequilibrio , ed anche quale capo funzionale di tutta la disciplina operativa del trattamento retributivo e previdenziale dei dipendenti in servizio ed in quiescenza della mia azienda. Quella gestionale e di governance era in capo al servizio personale.

Qualcosa come 18mila teste tra dipendenti in servizio e in quiescenza.

E non in una azienda, ma in ben tre aziende che gli amici faranno presto ad individuare.

Non ho quindi solo annusato l’argomento, ma per ragioni di ruolo l’ho dovuto sceverare e ne ho dovuto guardare tutti gli aspetti persino quelli di confronto e parallelismo tra il sistema retributivo e quello contributivo.

In uno degli studi del Brambilla c’è una seria discussione sul parallelismo ai fini dell’equilibrio dei rendimenti basati nell’uno sulla aliquota del 2% in ragione dei quarantanni di lavoro e nell’altro sull’indice di rivalutazione dei contributi versati che sono soggetti come è noto alle variabili dei tassi di rendimento rapportati alla dinamica della inflazione.

E siccome negli ultimi anni, diciamo negli ultimi 15 anni, ci sono stati fenomeni imponderabili ed incontrollabili, sotto tutti i punti di vista, ne è derivato in conseguenza uno squilibrio difficilmente governabile soprattutto perché come è noto, pantalone, e cioè lo Stato e cioè l’Inps, è l’unico pilastro in un paese strano.

Paese che ha una ricchezza privata additata da tutti i paesi d’Europa e non europei non come una risorsa ordinaria frutto di un sistema altamente produttivo ed efficiente ma  in gran parte figlia di anomalie di sistema ( evasioni, corruzioni ,rendite etc etc ) , e di converso ha un sistema pensionistico ad una sola gamba che si regge su principi generali di Welfare, quelli dello stato, perché quella privata, l’altra faccia del problema, è miserevolmente tra le ultime in termini di risorse su cui contare.

Si c’è tanta ricchezza privata ma solo un piccolo pezzo di quegli 8500 miliardi che riguardano gli asset della stessa,  e cioè circa 120/130 miliardi, costituisce la seconda gamba finalizzata alla previdenza.

All’incirca 120/130 miliardi dei fondi privati che non riescono a decollare.

In altro momento metterò a disposizione dei lettori su questo Blog tutti i dati dei paesi dell’OCSE e dei diversi sistemi.

Ritornando allo scritto  del 2014, qui allegato in pdf , l’ho in parte rivisto per attualizzarlo; continuo a condividerne, nonostante tutto l’impianto basato su due principi fondativi: un riequilibrio delle esigenze finanziarie dello Stato non può non passare per la strada da anni indicata da FMI, OCSE, Banca di Italia e cioè da una tassazione aggiuntiva, anche straordinaria, sui patrimoni allineata a quella degli altri paesi Europei che immetta risorse per tentare di incidere sul debito pubblico in maniera seria e determinata.

E non può soprattutto non passare poi per l’unica via maestra, cioè per  quella della lotta alla evasione.

Le altre soluzioni, tra cui quelle della strada delle pensioni pure da riordinare pro futuro, vanno a sollevare problematiche che scavano su un terreno minato fatto dalle tante anomalie che si sono stratificate in un passato in cui la governance pubblica ha fatto sconquassi che il pezzo prova a segnalare in maniera semplicistica ma che possono essere approfondite con la lettura di tutti i documenti disponibili sul sito richiamato.

Mi rendo conto di essermi dilungato ma forse vale la pena di leggere il pezzo qui allegato scritto nel 2014, nel mese di ottobre quando si discettava sul terzo intervento relativo al contributo di solidarietà.

 

http://www.itinerariprevidenziali.it/site/home/centro-studi.html

il tema delle pensioni d’oro.docx versione data 29 giugno 2018

I sondaggi e le considerazioni sui fatti e sui dati.

 

I sondaggi e le considerazioni sui fatti e sui dati.

A margine di un sondaggio sull’Euro apparso sul sole 24 ore del………….. ho scritto in nota più o meno così.

“Purtroppo molti sondaggi sono fatti sull’acqua calda; sono il frutto delle suggestioni e dei racconti nazionalpopolari che tendono ad esportare le colpe.Tempo fa il vostro giornale (il sole 24 ore) ha ospitato un servizio (ora è diventato addirittura un dossier) e raccolto opinioni sulla base degli stimoli venuti da un “sapiente professore universitario” che stimavo ma di cui ora ho una considerazione non tanto elevata.

A valle di quell’inchiesta giornalistica sul giornale è, ora, a disposizione di tutti un ricco dossier (Vedi link http://www.ilsole24ore.com/dossier/commenti-e-idee/2017/alla-luce-del-sole/index.shtml?refresh_ce=1 ) fatto dagli interventi di tanti opinionisti e di tanti economisti che hanno sostanzialmente contraddetto l’idea originaria ed originale del “sapiente professore universitario” sulla discutibile ineluttabilità dell’Euro.

Nella nota di commento all’interno del giornale scrivevo:

“Mi chiedo perchè un giornale come il vostro non riesce a riprendere le conclusioni dell’inchiesta/servizio condotta dal sapiente professore ed a trasferirle alla massa non dei soli lettori ma di buona parte degli italiani per far capire loro che i nostri mali non dipendono dall’Euro ma dalle buone abitudini dei cittadini: una per tutte la arcinota e bella consuetudine, da anni radicata, di non pagare le tasse dovute”.E’ questa uno dei sette vizi capitali, incompatibile con l’Euro, del libro di Cotarelli, il primo in ordine di importanza ad alto valore simbolico indiscusso, naturalmente al ribasso, di natura economico / sociale.

Nella ipotesi di contratto che il governo attuale vuole realizzare il recupero delle tasse sembra debba dipendere solo dalla condizione di far pagare meno a tutti Anche per quelli che ora pagano molto meno del dovuto.

L’economista Leonardo Bocchetti vicino all’area del governo (più vicino a quella delle 5 stelle), in una intervista rilasciata al quotidiano napoletano “il Mattino”, dice: io non sono contrario a priori alla flat tax ma temo sarà una occasione persa perchè accanto al sacrosanto principio di pagare meno per far pagare a tutti non si guarda ad un piano per annientare l’evasione fiscale.” Si può senz’altro aggiungere, non c’è n’è traccia.

Chi  per tutta la vita ha “dovuto” pagare tutto e per tutti, anche per tutti quelli che il giornalista in un famoso libro sul tema definì ” ladri “, non di tasse, ma di tutte le risorse per i servizi che lo Stato mette a disposizione di quei cittadini, ha di che lamentarsi per la ingiustizia subita ; c’è chi per una intera vita non solo non ha versato le tasse dovute ma conseguenzialmente non ha versato neppure un’euro di contributi  per le pensioni, anche per quelle minime su cui oggi conta.

Insomma buona parte degli italiani non ha mai contribuito allo Stato sociale, al Welfare, di cui, però, ha goduto e gode a piene mani: scuola, sanità, welfare, servizi etc etc, naturalmente pagato dagli altri.

Naturalmente i governi di turno si guardano bene dall’affrontare il vero problema ed in questo non danno proprio la sensazione di essere doscontinui, condizione che è la discriminante rispetto a quelli del passato.

Questa è una delle verità: una delle sette verità, la prima, che Cottarelli ha elencato nel suo libro dal titolo: “i sette peccati capitali dell’economia italiana”, che gli italiani naturalmente non leggeranno e che preferiscono non approfondire.

Gli altri sei sono: a) corruzione b) eccesso di burocrazia c) lentezza della giustizia d) crollo demografico d) divario tra Nord e Sud e) difficoltà a convivere con l’Euro.

Mi auguro tanto che la nuova compagine governativa anche se non lo ha detto e programmato possa invece lavorare bene perchè ci deve provare; i driver del buon governo sono altri e sono ben noti, non sono proprio a portata di mano perché daranno fastidio a tanti.

Per segnare una sostanziale differenza con il passato i nuovi politici devono, pertanto, cominciare dal recupero delle tasse che rappresentano il buco profondissimo del bilancio dello Stato mai colmato;  la vera preoccupazione per chi non lo ha fatto e ci ha provato poco era data dalla trasversalità della criticità che riguarda tante categorie diverse da quelle dei percettori di reddito fisso: cioè dipendenti e pensionati. Avrebbe inciso pesantemente sul consenso elettorale.

Le indicazioni di Cottarelli sono, poi, anche quelle di provenienza OCSE e FMI che hanno pubblicato fior di documenti e analisi sullo stato dell’economia nazionale ed in particolare delle tasse.

E una montagna alta da scalare ma che è anche l’unica condizione che fa pendant con il debito pubblico,  come dice un amico del nuovo Governo, il Prof Paolo Savona.

Molto risparmio privato, difatti, è l’altra faccia del debito pubblico; se veramente quel risparmio privato sottratto con l’evasione avesse una destinazione concreta potrebbe anche compensare in parte il mal “torto”. Cioè la ingiustizia.

Ma forse non è cosi.

Ma le parole sono come vento che soffia e che non si ferma; forse è meglio parlare con i numeri anche se la logica ferrea dei numeri non è comprensibile per platee larghe, quelle che in definitiva danno i voti e finiscono per orientare la politica.

Quante tasse si pagano In Italia ? Nel 2016, degli 807 miliardi entrati nelle casse dello stato ,731 miliardi sono da tasse e contributi, pari al 42,3% del Pil. Dei 731 miliardi 226 sono da contributi, 190 da reddito Irpef e 105 da Iva. Con questi ricavi globali si fa il bilancio dello stato.

Naturalmente tutti i percettori di reddito fisso, dipendenti e pensionati, non possono sfuggire né alle tasse né agli oneri contributivi.

Poi c’è una Ires, reddito di imprese che vale 30 miliardi, e una IRAP, mentre i restanti 150 miliardi derivano da una miriade larga di accise che può essere letta trimestralmente sulla pubblicazione edita dal Ministero delle finanze e Agenzia delle entrate sulle tendenze mensile delle riscossioni, quelle che danno la cassa e finanziano mensilmente le spese.

Quale è la percentuale di imposizione fiscale? mediamente è intorno al 42% tutto compreso, cioè comprensiva anche delle tasse indirette. Media Ocse 35%, Regno unito al 34%,Spagna al 37%, Germania al 40,5% etc ( pagina 14 del libro di Cotarelli ).

Una misura che è di certo pesante, inferiore a quella di sei, sette, stati dell’Unione compreso la Francia che è invece al 48%, ma che è da rapportare agli oneri che lo Stato deve poter sostenere per erogare ai cittadini una pacchetto di obblighi che va sotto il nome di Welfare.

Quanto si evade in Italia? Tantissimo. Il Ministero delle Finanze da qualche anno produce una relazione che viene presentata alle Camere con la quale e attraverso la quale tutti sanno, cosi come tutti sanno che sinora le iniziative di contrasto sono state ad efficacia ridotta, dell’esistenza della voragine che ha una natura trasversale ed è a largo impatto sul consenso popolare. ( vedi allegato sul tax Gap conetnuto in un volume di analisi di ben 213 pagine qui pure allegato per i lettori volenterosi)

Agenzia dell’entrate, Istat e Banca di Italia hanno tirato fuori un dato, molto cautelativo, di 111 miliardi. Ci sono nel documento le percentuali riferite ad ogni famiglia tipologica di contribuenti. Se tutte le tasse venissero pagate avremmo di anno in anno un surplus del 5% sul Pil.

E se l’evasione fosse stata, dal 1980 , inferiore di solo un punto percentuale di Pil  il nostro debito pubblico, a parità di spese, oggi sarebbe pari al 70/75 del Pil. E naturalmente avremmo un risparmio privato più contenuto ( vedi allegat sul risparmio privato fonte Banca d’Italia anno 2015 )

E  se poi tutte le tasse fossero state correttamente pagate anche il carico fiscale si sarebbe potuto ridimensionare dinanzi ad una insistente doglianza dei contribuenti più tartassati.

Ma negli altri paesi non si evade? Si, ma non quanto in Italia. Uno studio di consulenza Internazionale Murphy ha stimato l’evasione intorno ai 180 miliardi. E come si evade ? in tutte le Regioni non allo stesso modo e con maggiore o minore incidenza nelle voci fiscali per Iva e Irpef. Ma questo è un altro capitolo da esplorare in seguito.

E poi c’è anche dell’altro. C’è anche una economia sommersa che fa capo alle attività criminali e mafiose che non si traducono in imprese che fanno parte del sistema economico , ma di un sistema economico sommerso i cui dati non solo non appaiono ma che danno luogo a transazioni in nero favorite dal passaggio di denaro contante non tracciato nè tracciabile.

Naturalmente tutte queste criticità del bel paese sono ben note al FMI, all’OCSE, alla BCE, a tutti gli organismi economici internazionali alla Commissione Europea e certamente non favoriscono una lettura della Italia benevola.

Di certo questi fenomeni non solo italiani, appartengono anche agli altri paesi; quel che ci differenzia è il peso e la misura che sono ben lontani dai grading  degli altri nelle rispettive graduatorie note a tutti perchè pubbliche.

E non aver provato a fare molto da’ la conferma di un paese che preferisce soluzioni indolori a spese degli altri.

la ricchezza delle famiglie italiane al 2015 fonte Banca d’Italia

Relazione-evasione-fiscale-e-contributiva       TABELLA 1 tax gap

Per una lettura approfondita sul come, sul chi, sul quando e sul quanto segnalo il libro del 2014 editore Bompiani di Stefano Liviadotti ” LADRI, gli evasori ed i politici che li proteggono”

 

 

 

perchè riprendere a scrivere

Ho deciso che non si può abbandonare un percorso avviato, una idea che mi arrovella da sempre.

Come fare per trasferire agli altri le sensazioni, le riflessioni, le argomentazioni, le conclusioni alle quali di giorno in giorno arrivi attraverso tutte le antenne della vista, dell’udito, dell’intelletto, della ragione antenne con le quali sei alla ricerca di strade di buon senso che vorresti appartenessero alla società nella quale vivi, di cui sei parte. Società che vorresti migliorare,  ma di cui cerchi di apprezzare il buono che vedi e le tante pregevoli iniziative di cui sei quotidiamente testimone.

E se doveva essere questa la giornata per riprendere , perchè costretto dalla scadenza del dominio per il quale ho ricevuto l’avviso per il rinnovo, dico si è stata quella giusta. Ed è stata quella giusta perchè è coincisa con l’acquisto dell’ennesimo libro: un libricino sull’Europa che mi ha fatto riflettere e che mi ha indotto a pensare sul fatto che non posso disperdere un patrimonio di informazioni intorno al quale ho lavorato da anni sempre con l’idea di poterne fare un uso più che normale. Cioè metterlo a disposizione degli altri. Ma non lo fanno già i media , i giornali, le televisioni. Non è proprio cosi. Perchè chi non appartiene al mondo strumentale della comunicazione e lo fa per diletto e per studio e o per passione può riuscire a rendere spontanea la comprensione dei dati e degli eventi.

Ed è cosi che si può riusciere a contribuire ad aiutare la società.

Da domani penso di ripopolare il Blog e di non farlo cadere nel dimenticatoio

Napoli li 17 giugno 2018