il tema dei dati della pubblica amministrazione

Soldi & Imprese
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12-11-2005
e-government, aziende e societa’
Cambia la comunicazione pubblica
Federico D’Aniello
L’informazione pubblica, cioè l’uso dei dati raccolti, prodotti e gestiti dalla pubblica amministrazione, costituisce una risorsa infrastrutturale fondamentale della Società moderna per assicurare trasparenza e partecipazione consapevole diffusa, ma anche per contribuire allo sviluppo sociale ed economico di ogni paese. Nel segno di queste finalità il Governo in data 28 u. s ha approvato un Decreto Legislativo con il quale ha varato la disciplina sulla commercializzazione dei dati pubblici in attuazione della direttiva Comunitaria 2003/98 che regola il riutilizzo dell’informazione nel settore pubblico. Il provvedimento è stato predisposto dal Ministro delle Politiche Comunitarie e dal Mit di concerto con gli Esteri, Giustizia, Economia e Finanze e Funzione Pubblica. Nuovo mercato
Viene a crearsi con la nuova disciplina legislativa un mercato dei dati pubblici con il quale si potranno alimentare di nuovi contenuti digitali i Network pubblici e privati ; tutti potranno infatti contribuire alla costruzione della “Città della Informazione nel nostro paese”, diversificando l’ampiezza dei contenuti ed assicurando uno sfruttamento allargato delle basi di dati che verranno costruite attingendo alle fonti della pubblica amministrazione. Le finalità della richiamata direttiva comunitaria, cui si è informato il provvedimento nazionale, mirano ad assicurare l’assenza di distorsioni ai fini della concorrenza, ad annullare cioè le cosiddette asimmetrie informative, ad ampliare i contenuti della conoscenza assicurandola a tutti. Poichè il settore pubblico raccoglie e produce una ampia gamma di dati in molti settori di attività, ad esempio di tipo sociale, economico, geografico, climatico, turistico, in materia di affari, di brevetti di istruzione, ne consegue che l’obiettivo della creazione di condizioni propizie per lo sviluppo di servizi su scala nazionale ed anche su scala Comunitaria è fondamentale per i soggetti che saranno chiamati ad alimentarne la diffusione come per i destinatari finali delle informazioni.  Direttiva
La Direttiva si preoccupa, infatti, di assicurare l’armonizzazione delle normative nazionali e delle prassi seguite dagli Stati membri allo scopo di incidere sugli effetti distorsivi che una divaricazione delle legislazioni potrebbe arrecare al corretto funzionamento del mercato sopranazionale ed all’interno dei singoli paesi. In altri termini il bene “informazione” deve godere innanzi tutto di un humus regolamentare omogeneo in tutta la Comunità affinchè cittadini ed aziende non siano sfavoriti nella relativa acquisizione e siano messi anche nella condizione di fruirne in maniera economica. Non è estranea alla finalità della normativa Comunitaria lo stimolo, peraltro richiamato esplicitamente nel testo del 2003, per la creazione di nuovi posti di lavoro che possono derivare dallo sviluppo del nuovo mercato che imporrà servizi di qualità, creazione di software gestionali ed allestimento di strumenti tecnologici di diffusione idonei a favorire la elaborazione di fonti capaci di relazionarsi con i settori, con i territori e con le finalità generate dalla domanda. Il nuovo compito assegnato alla Pa, per predisporsi alla generazione di informazioni strutturate per finalità esogene e cioè estranee alla sua missione tradizionale, deve comportare solo un ristoro per gli oneri sopportati in quanto la finalità ultima, sottesa, è quella di rendere anche attraverso questa via un ulteriore servizio pubblico.  Cnipa
A supporto della normativa il Cnipa ha costituito nel 2004 un gruppo di lavoro che si è dato l’obiettivo di individuare linee guida per le azioni di sistema, quelle di parte pubblica, l’obiettivo di predisporre una analisi strategica che ha assunto a base lo scenario ambientale e lo scenario di mercato da cui far scaturire processi decisionali ed, infine, l’obiettivo di individuare concretamente le iniziative che potranno in tempi ragionevoli dare corpo a soluzioni operative connesse allo sfruttamento dei dati. A base dello scenario di mercato è stato valutato il valore della informazione elettronica stimato nel 2001, in circa 40 miliardi di Euri a livello mondiale e in circa 16 miliardi di Euri per la sola Europa in cui fanno da leader la Gran Bretagna e la Francia, cui il Cnipa si è riferito per il benchmarking delle best practises.  Lo stesso mercato per il 2004 sembra invece posizionarsi su valori prossimi ai 70 miliardi di Euro con una fetta di ben 9,5 miliardi di Euro riservata agli investimenti nelle informazioni del settore pubblico, capaci per la loro natura di attrarre una domanda destinata ad alimentare fonti primarie di alta qualità, sistemi di Dss (Decision support system) e di generare opportunità nuove costituite da progetti che attivano percorsi di valorizzazione dei dati anche attraverso il contributo dei soggetti esterni cui profitta l’utilizzazione del dato.
Tutto ciò, come è agevole immaginare, metterà in moto un processo fortemente innovativo all’interno delle amministrazioni stimolate a costruire modelli di dati da cedere per il riuso ed a costruire nuove competenze che valorizzino i dati disponibili e facciano da consulenza; ma mette soprattutto in moto all’esterno un volano che interessa non solo i destinatari finali dei dati, i fruitori di ultima istanza, ma anche una filiera di soggetti destinata a partecipare alle iniziative con posizioni e ruoli diversi tra cui: associazioni di categoria, ordini professionali, imprese di software, proprietarie di sistemi di Datawarehousing, imprese di rete, imprese editoriali, piccole e medie imprese che vogliono competere e confrontarsi nel nuovo mercato, consulenti ed esperti conoscitori del funzionamento della macchina pubblica. Ipotesi progettuali

 

 

Il Cnipa nell’ambito delle ipotesi di progetto ha anche individuato alcuni ceppi di dati ed informazioni, cosi come ha individuato i possibili soggetti utilizzatori ; ha studiato l’impatto sulle amministrazioni e la cosiddetta cantierabilità con l’indagine sui vincoli economici, metodologici, amministrativi, informatici e concorrenziali e si è soffermato sulle seguenti informazioni:  – sulle informazioni ambientali dell’Aereonautica;  – sulle informazioni di natura pubblica del Ministero dell’Interno e della Funzione Pubblica;  – sulle informazioni di natura economica delle Agenzie dell’Entrata e del Ministero degli Esteri; – sui bollettini delle gare e degli appalti di tutta la Pa;  – sulle informazioni per la gestione del territorio degli enti locali; – su quelle dei Registri Immobiliari dell’Agenzia del Territorio, sulle informazioni fiscali delle Agenzie delle Entrate;  – s u tutte le fonti che danno vita ad analisi e studi del Poligrafico dello Stato;  – sulle informazioni culturali dell’Archivio di Stato.
Processo

L’avvio del processo non sarà senza impatti e non sarà indolore. Intanto va detto che le amministrazioni centrali, già aduse a trattare le informazioni in maniera strutturata, a predisporre veri e propri sistemi informativi orientati alla gestione dell’area di competenza ed alla gestione del rapporto con tante controparti, non avranno difficoltà ad assecondare richieste di sfruttamento dei dati da qualunque parte provengano e a diffonderle con i mezzi più idonei. Analoga situazione potrà nei fatti registrarsi in tutti i casi in cui ci si trova dinanzi a Enti Pubblici di rango sia per natura che per funzione. La materia non dovrebbe presentare difficoltà neppure per le Regioni aduse da tempo a predisporre basi di dati aggregate, qualitativamente interessanti ( si veda la Sezione statistica della Regione Campania ).  Sistemi informativi
Ma i dati che interessano non solo quelli nazionali. La normativa riguarda tutti gli Enti ed anche quelli locali che possono dare luogo ad una sorta di data base più ristretto ma egualmente interessante se si pensa ai territori governati dalle Province, dalle Comunità Montante, dai Parchi e perchè no anche dai Comuni, le cui informazioni elevate a sistema possono diventare una proficua fonte di analisi per gli operatori locali, per quelli che rientrano in una sfera di operatività a confini più ristretti. Non vi è dubbio che in questa fetta decentrata di territorio, in cui forse gli Enti non hanno ancora superato la fase della piena informatizzazione dei servizi, le difficoltà a sistematizzare le informazioni spendibili saranno notevoli e tanto più elevate perchè gli interlocutori degli Enti non saranno grosse company ma aziende locali che vorranno cogliere la nuova opportunità per sviluppare iniziative e business a livello del territorio. Sarà questo un tema delicato da monitorare, cosi come sarà altrettanto complessa la gestione di tutti i protagonisti della comunicazione già oggi appannaggio di pochi players che, per dimensione di mercato, struttura competitiva e fonti disponibili, detengono tutte le leve per acquisire in maniera oligopolistica non pochi dei settori sui quali di qui a qualche tempo si avvieranno le iniziative stimolate dal Decreto Legislativo.
Forse non sarà male che le Pmi del settore informatico capaci di assicurare con le loro risorse lo sviluppo dei nuovi cantieri facciano una riflessione in Campania come altrove per evitare il drenaggio delle nuove opportunità,che sono anche e soprattutto opportunità di nuovo lavoro e business.

 

ll Codice Digitale ha sancito la natura pubblica del dato delle pubbliche amministrazioni;le aree identificate dal Cnipa, sulle quali è stato fatta una sorta di analisi.

num. 215 – pag. 22

 

 

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