Buono l’odore dei libri, purtroppo nessuno respira più

Questo il pezzo scritto nel 2007 sul Denaro quando il nostro Club Rotary Castel dell’Ovo ha conosciuto meglio e bene Mauro Giancaspro attraverso la brillante conversazione tenuta nella libreria Grimaldi  di presentazione del libro di cui si parla..

Buono l’odore dei libri, purtroppo nessuno respira più.

 

A distanza di sette anni rimane ferma la considerazione anche dopo la splendida serata alla Canottieri che lo presentato anche in una veste nuova di uomo commosso e contento per la presenza di tanti amici: il driver della sua vita è e sarà “l’odore dei libri “, nonostante l’impiego di tutti  i network ed il ricorso ai social per ” ragioni di lavoro” come egli dichiara.

 

L’economia della Campania nella pubblicazione della Banca d’Italia.

N. 15 – L’ECONOMIA DELLA CAMPANIA
Rapporto annuale, giugno 2014

Sommario dalla pagina della Banca d’Italia”

“Il 2013 è stato ancora un anno di recessione per la Campania, il sesto consecutivo; secondo le stime di Prometeia il PIL sarebbe diminuito del 2,7 per cento in volume, portando a oltre 13 punti percentuali il calo cumulato dall’avvio della crisi. Gli indicatori congiunturali hanno tuttavia smesso di peggiorare nel corso dell’anno: le imprese che hanno partecipato alle indagini campionarie della Banca d’Italia segnalano, in media, un arresto della caduta del fatturato nel 2013 e previsioni di moderata crescita per il 2014.

I segnali di ripresa risultano più diffusi nell’industria, deboli nel comparto dei servizi, assenti in quello edilizio. Nel settore industriale, il fatturato è aumentato soprattutto per le imprese con elevata propensione all’export e gli investimenti hanno mostrato una dinamica migliore rispetto agli anni recenti, seppure limitatamente alle aziende di maggiore dimensione.

Nell’edilizia, il calo di attività è stato più netto per le imprese fortemente dipendenti dalla domanda di opere pubbliche. Il settore dei servizi continua a risentire della riduzione dei consumi, solo in piccola parte compensata dalla tenuta della spesa dei turisti stranieri; lo scorso anno, più del 60 per cento delle famiglie campane ha giudicato inadeguate le proprie risorse economiche, oltre 20 punti percentuali sopra la media italiana: il dato riflette soprattutto l’alta disoccupazione e la debolezza dei salari. Vi contribuisce anche un carico fiscale che, nelle componenti legate all’autonomia impositiva degli enti locali, è superiore alla media nazionale.

Nel 2013 l’occupazione è calata di quasi l’uno per cento, nonostante la tenuta del comparto industriale. Il numero di persone occupate si situa ampiamente al di sotto del livello precedente l’avvio della crisi (-8,5 per cento sul 2007; -3,5 per cento in Italia). La ricerca attiva di lavoro continua a estendersi a fasce sempre più ampie di popolazione: lo scorso anno le persone in cerca di occupazione, pur decelerando, hanno superato le 400.000 unità. Il loro livello, come nel resto d’Italia, è pari al doppio di quello del 2007. Si è ancora ampliata, superando il 40 per cento del totale, la quota di giovani tra i 15 e i 34 anni non occupati e non coinvolti in alcuna esperienza formativa.

Nel mercato del credito la dinamica dei prestiti è rimasta negativa e si sono acuite le difficoltà di rimborso: alla fine del 2013 oltre un terzo dei prestiti erogati alle piccole imprese campane e circa un quarto di quelli erogati alle medio-grandi imprese erano classificati in sofferenza. Secondo gli intermediari bancari, la domanda di credito finalizzata al finanziamento degli investimenti è ancora diminuita, mentre è cresciuta la componente connessa alle esigenze di ristrutturazione del debito. Le banche e le imprese intervistate hanno segnalato una lieve attenuazione della restrizione nelle condizioni di accesso al credito: può avervi contribuito una migliorata situazione di liquidità, favorita anche dal rimborso dei crediti commerciali verso la Pubblica amministrazione.

Nel 2013 si è intensificato il calo dei prestiti alle famiglie; la maggiore contrazione ha riguardato sia il credito al consumo sia quello destinato all’acquisto di abitazioni. Durante la crisi è nettamente calata la quota di credito al consumo finalizzata all’acquisto di beni durevoli mentre è aumentata quella non finalizzata a specifiche spese, come i prestiti che prevedono la cessione del quinto dello stipendio e i prestiti personali.

Negli ultimi sei anni, in base alle stime di Prometeia, la riduzione del PIL campano è stata di quasi 5 punti percentuali superiore alla media italiana. Il divario si è manifestato soprattutto a partire dal 2010, in corrispondenza della ripresa della domanda estera e dell’accentuarsi della contrazione fiscale; esso si correla alla minore apertura dell’economia regionale al commercio estero e alla sua maggiore dipendenza dalla spesa pubblica.

Un più tempestivo utilizzo delle disponibilità finanziarie provenienti dai Fondi strutturali dell’Unione europea avrebbe potuto attenuare gli effetti del calo della domanda interna. Il rispetto degli ambiziosi obiettivi di potenziamento della competitività dell’economia regionale, programmati all’avvio del ciclo 2007-2013, ne avrebbe oggi rafforzato le prospettive di ripresa. Durante gli anni duemila, secondo le rilevazioni censuarie dell’Istat, il numero degli addetti alle imprese e alle istituzioni ubicate in Campania è cresciuto a ritmi inferiori rispetto al precedente decennio e meno che nella media italiana. Il divario con il resto del Paese è spiegato dal più severo impatto della crisi e dalla più intensa riduzione di addetti alle istituzioni pubbliche.

Sono tuttavia comparsi alcuni indizi di innovazione nella struttura economica regionale: il settore manifatturiero si è contratto, ma al suo interno sono aumentati sia l’incidenza delle imprese a più elevata intensità tecnologica sia la loro dimensione media. La quota di aziende esportatrici resta molto inferiore al dato italiano, ma è tornata a crescere nel periodo della crisi, così come l’incidenza delle esportazioni sul valore aggiunto industriale e complessivo. Anche se lievemente, si è ridotta la dipendenza dell’economia regionale dalla domanda pubblica.
Negli anni recenti, il calo nella spesa e nell’indebitamento degli enti locali non si è sempre associato a una peggiore qualità dei servizi. In talune aree dell’assistenza sanitaria e nel campo della gestione dei rifiuti si rileva un avvicinamento agli standard di servizio nazionali. Si tratta di progressi ancora insufficienti che vanno rafforzati ed estesi ad altri rilevanti settori. Aumentare la competitività del sistema universitario campano, oggi mediamente bassa, favorirebbe l’accumulazione di capitale umano, con effetti rivelanti sulla produttività e l’attività innovativa delle imprese e, per tali vie, sul potenziale di crescita economica della regione”

Questa la sintesi del volume pubblicato dalla banca d’Italia sulla economia della Campania nel 2013.

Il volume e’ l’ultimo delle pubblicazioni relative alle regioni e costituisce uno spaccato severo delle criticita’ presenti sul nostro territorio in specie per quanto attiene il sistema del credito, la cui entità è anche funzione del tessuto del sommerso e della economia criminale.
Un impatto non minore sugli effetti recessivi sta derivando, infin , anche dalle attività di controllo oltre che delle azioni di polizia giudiziaria. Mano a mano che le maglie si stringono fanno cadere sul campo aziende che sono costrette a ridurre il loro giro di affari ed a ridurre anche l’apporto del lavoro sommerso.
In una economia, che del sommerso sinora si è avvalsa e che costituisce in parte l’ancora di sfogo alla assenza di aziende medio grandi, queste incisive novità sono un fattore di rallentamento anche per lo sviluppo dei dati del credito. Un esempio? Basta guardare ai numeri dell’edilizia in nero degli anni passati che hanno fatto indossare alla Campania la maglia del primo della classe nel fenomeno delle unità immobiliari non accatastate e non note al fisco ed alla Agenzia del territorio. Quel fenomeno appare oggi più sotto controllo.
Viene il tempo e il momento del rispetto delle regole e delle leggi che quando eluse favoriscono solo aree non legali della società. Tutto ciò, in uno anche con le nuove regole della tracciabilità, che nel nostro territorio hanno determinato un freno non lieve alla circolazione delle masse monetarie piccole e grandi, dà luogo ad un fenomeno sul quale riflettere per indurre il sistema a valutare le conseguenze iniziali connesse al recepimento graduale di vaccini nuovi dati dal progressivo adeguamento delle regole.
La lettura di alcuni testi presenti sul sito della Banca d’Italia, sotto ripresi in sintesi, proprio sulle cause del freno allo sviluppo e del freno al credito nelle nostre regioni dovrebbe indurre ad individuare controindicazioni temporanee per mitigare effetti specifici del nostro territorio che si aggiungono a quelli delle insufficienze primarie connesse all’economia ed ai mercati comuni a tutto il territorio nazionale.

Tema di discussione n. 868, aprile 2012 Paolo Pinotti Università Bocconi e Banca d’Italia
I COSTI ECONOMICI DELLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA: EVIDENZE DALL’ITALIA MERIDIONALE

“Il lavoro analizza la relazione tra criminalità organizzata e sviluppo economico in Italia dal dopoguerra a oggi. Come principale indicatore della presenza di organizzazioni criminali si utilizzano le denunce per associazione a delinquere di stampo mafioso (art. 416 bis del codice penale) in rapporto alla popolazione.
Tali dati evidenziano che, all’interno dello stesso Mezzogiorno, coesistono regioni alquanto diverse in termini di radicamento e dinamica della criminalità organizzata. Mentre le organizzazioni mafiose condizionano lo sviluppo di Sicilia, Campania e Calabria sin dal periodo preunitario, la loro presenza in Puglia e Basilicata si intensifica solo negli ultimi decenni del secolo scorso, a seguito di una serie di avvenimenti in larga parte indipendenti dal contesto socio-economico delle due regioni e riconducibili piuttosto alla contiguità territoriale con le aree di tradizionale insediamento. Il lavoro utilizza questa discontinuità temporale per identificare i costi economici imposti dalla criminalità organizzata. omissis

In particolare, si confronta la serie storica del PIL pro-capite effettivamente osservato in Puglia e Basilicata dal dopoguerra a oggi con la media ponderata della stessa variabile nelle regioni italiane in cui la presenza delle organizzazioni criminali non ha assunto carattere endemico. Omissis

Tema di discussione n. 646, novembre 2007

L’ECONOMIA SOMMERSA COME FRENO ALLO SVILUPPO FINANZIARIO: INDICAZIONI DAL MERCATO DEL CREDITO IN ITALIA
Giorgio Gobbi (Banca d’Italia) e Roberta Zizza (Banca d’Italia) abstract

“L’esclusione dai mercati finanziari ufficiali è annoverata tra i costi che ricadono sulle imprese appartenenti al settore informale. Per accedere ai mercati creditizi, infatti, gli imprenditori devono trasmettere agli intermediari informazioni credibili sulla loro attività. L’assenza di un’adeguata documentazione contabile, o anche soltanto una sua contraffazione nel caso di unità parzialmente regolari, ostacola il reperimento di finanziamenti esterni.

Analogamente, i lavoratori irregolari incontrano difficoltà a documentare la loro capacità di sostenere gli oneri derivanti dall’accensione di un mutuo o dal ricorso al credito al consumo. Anche la diffusione di altri servizi bancari, quali l’utilizzo di mezzi di pagamento diversi dal contante, è minore in aree contrassegnate da un’elevata incidenza dell’economia sommersa.
La bassa domanda di servizi finanziari indotta dal ricorso al lavoro irregolare può frenare l’espansione delle strutture di offerta, come ad esempio l’apertura di sportelli bancari, e limitare il numero di operatori presenti sul mercato, con ripercussioni negative anche sul settore regolare dell’economia.
Questo lavoro fornisce una stima dell’impatto delle attività sommerse sul volume dei prestiti, utilizzando dati relativi ai mercati locali del credito in Italia nel periodo 1995-2003
I risultati confermano l’esistenza di una correlazione fortemente negativa, a livello regionale e provinciale, tra l’incidenza del credito sul valore aggiunto e il peso del lavoro irregolare nel settore privato. La dimensione dell’economia sommersa ha un impatto negativo sia sul volume di finanziamenti alle imprese, sia sui prestiti concessi alle famiglie. A un aumento di un punto percentuale della quota dell’occupazione irregolare su quella totale corrisponde un calo di circa due punti percentuali del rapporto tra il credito alle imprese e il valore aggiunto e di circa 0,3 punti percentuali dell’analogo rapporto calcolato utilizzando il credito alle famiglie. Risultati simili si ottengono per i prestiti concessi dalle società finanziarie specializzate nel leasing, nel factoring e nel credito al consumo.
. Le stime econometriche indicano che le decisioni di entrata delle banche in un mercato locale del credito, misurate in termini di apertura di nuovi sportelli, sono influenzate dalla diffusione del lavoro irregolare. Una diminuzione del tasso di occupazione irregolare di un punto percentuale si tradurrebbe in media in circa tre nuovi sportelli per provincia”

Dal volume “Mezzogiorno e Politiche Regionali” seminario 2009
LEGALITÀ E CREDITO:DISECONOMIE AMBIENTALI
5. Legalità e credito: l’impatto della criminalità sui prestiti alle imprese
Emilia Bonaccorsi di Patti ………………………………………………………………………………….. 165 e seguenti.
• http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/econo/ecore/2014/analisi_s-r/1415_campania
o Testo pdf 3 MB

Le poesie di Franco Pecora

LE POESIE DI FRANCO PECORA
Poeta in erba

Al compimento dei suoi 89 anni festeggiato da tutta la famiglia.

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A pagina 8 del giornale “Confidenze” del 17 giugno 2014 si legge la poesia “ IL BORGO”.poesia il Borgo di Franco Pecora pubblicata dal giornale Confidenze 001

A pagina 8 del giornale “Confidenze” del 17 giugno 2014 si legge la poesia “  IL BORGO”.

La poesia il “Borgo” ha un sapore ed un valore particolare. I suoi contenuti ci rimandano con la memoria alle immagini di qualche anno fa quando tutti i paesini, e questo in particolare dal nome di Agropoli, oggetti incancellabili della nostra mente e dei nostri ricordi, erano carichi di odori, di aria fresca, di respiri salubri e di profonde emozioni legate alla vista che offrivano fatta di squarci secolari, di cornici radiose di sole, di luce e di tanto mare.

Mare cilentano, mare di scogli, mare di profondità azzurre trafitte dai raggi del sole che egli ben conosce ed apprezza, perché chi ha scritto “il Borgo” è stato nei suoi anni giovanili un escursionista dei fondali che intorno ad Agropoli erano ricchi di pesci da inseguire, cacciare e portare in cucina e poi sulle tavole.

Forse per apprezzare di più il senso e l’intensità delle emozioni che traspaiono occorrerebbe conoscere questo giovane poeta dalla “severa età di anni 92” che da giovane si dilettava di pittura e che da qualche anno con mano ferma , scrittura precisa, puntuale, senza errori e senza incertezze, si diletta nell’arte più antica per affidare ai giovani messaggi e stimoli e per allietare nelle serate invernali , ma ancor di più, nelle serate estive, all’interno del suo meraviglioso giardino di Villa dei Leoni in Agropoli, la ricca cerchia dei familiari che ne ammira l’entusiasmo, le capacità e la grande vitalità intellettuale.

Alla luce di queste brevi note si può veramente capire cosa egli attraverso queste immagini e queste pennellate intende affidare alle future generazioni ed a noi tutti e quanto egli ha fissato nei cassetti della sua memoria che di tanto in tanto si aprono per riportare ad oggi eventi e sensazioni di alcuni decenni fa.

Grazie Franco.

Il Convegno sulla corruzione del Gruppo Legalità della Chiesa del Gesu

Guarire dalla corruzione: incontro/ dibattito

A chiusura delle iniziative dell’anno il “Gruppo Legalità”, del Centro Culturale della Chiesa del Gesù Nuovo (vedi www.gesunuovo.it ), ha organizzato per il giorno 13 prossimo il convegno che si terrà nell’annessa sala Valeriano ; sarà questo l’ultimo di una serie di incontri nei quali sono state sono affrontate e dibattute delicate tematiche con lo scopo di dare un contributo alla società civile ed anche alla nostra città.

Della “corruzione” tema del momento, per le vicende che ogni giorno si leggono e che disgustano la opinione pubblica, gli onesti e i benpensanti, parleranno autorevoli civils servants portatori di idee qualificate capaci di affrontare un argomento a cui la politica da anni non riesce a dare una svolta definitiva e per il quale non riesce a rassicurare non solo i suoi cittadini ma anche i paesi dell’Europa e di oltre oceano.

La “corruzione” non è solo questione di legislazione, condizione peraltro da anni sollecitata all’Italia da istituzioni mondiali ed europee ( ONU, FMI, Commissione Europea etc ), ma soprattutto di approccio culturale e morale della società che deve recuperare i valori della normalità e dell’etica a fondamento del contesto ambientale e socio economico nel quale devono muoversi gli apparati della pubblica amministrazione , quelli delle imprese e i cittadini tutti; nel quale occorre interagire ed operare alla luce del sole e con trasparenza.

Non sono bastati né bastano i codici etici adottati dalle organizzazioni di categoria d’impresa e delle professioni, né sembrano aver eretto argini idonei alcune legislazioni speciali e le più che elefantiache strutture di governance disseminate in ogni dove che pesano sui conti economici delle aziende e della pubblica amministrazione.

Il contrasto più determinato alla sua diffusione è stato solo di recente la conseguenza di forti ed incisive iniziative giudiziarie che hanno sollevato l’indignazione della pubblica opinione.

Non è un caso che il titolo del convegno sia stato focalizzato sulla parola “guarigione”, sulla guarigione cioè da un morbo, da una malattia endemica che prima di essere un elemento di debolezza strutturale del sistema politico è il sintomo di un malessere diffuso della società contaminata da anni di malcostume e di cattivi esempi non solo della politica.

Non vi è giorno dell’anno in cui le cronache giornalistiche e televisive non siano costrette a trattare vicende di malaffare.

La corruzione Inquina l’economia, i rapporti sociali, incide sulla valutazione che dell’Italia si fa da parte dei mercati internazionali, tanto da relegare il nostro paese da anni nei posti di retroguardia nella graduatoria della “Trasparency International” ( nel 2011 al 69 posto ) e da disincentivare gli investimenti dei fondi e delle imprese dei paesi esteri preoccupati della gestione di una complessità che, pur presente anche nei loro contesti, è però da noi a livelli a dir poco inaccettabili. Gli investimenti esteri in Italia hanno raggiunto il punto più basso, dopo l’anno mirabilis del 2007 in cui riuscimmo ad aggiudicarci 44 miliardi di risorse.

Il convegno arriva a valle del secondo anno di impegno del “ Gruppo Culturale ” che ha fatto della legalità e dei messaggi necessari ad suo ripristino un obiettivo che, come si capisce dalla locandina, è anche culturale, informativo e formativo, da diffondere tra i giovani, da far coltivare persino con lo studio e l’approfondimento di materie e discipline ad essa funzionali e persino nelle aule universitarie. Nella facoltà di Economia si è al secondo anno di corsi specifici sul tema della legalità organizzati dal Prof. Vona.

La presenza dell’ex Rettore dell’Università della Federico II, Prof Marrelli, cultore da sempre della materia, il profilo del Magistrato Cantone , che non ha bisogno di presentazione e che, a ragione del suo percorso professionale e del suo impegno di magistrato sul fronte della lotta alla criminalità , oggi ricopre la carica più importante nella Autority dell’Anticorruzione, la presenza del Vice Presidente della Camera dei deputati de Maio, portatore all’interno del gruppo in cui politicamente milita dei valori della legalità, danno all’incontro un significato ed un risalto particolare.

Ad introdurre il tema sarà Padre Liberti, che del gruppo legalità, in ragione della sua mission pastorale, è vivace e saggio stimolatore; a coordinare l’interessante parterre concorrerà il giornalista di SkyTV Chiariello, a concludere i lavori il Magistrato Conzo della DDA della Procura di Napoli, anch’egli strenuamente impegnato sul fronte della lotta alla criminalità organizzata.

Non è questa la sede per dare notizie tecniche ; qualche dato può però accendere stimoli e curiosità. Nel 2012 l’Italia è passata dal 69 al 72 posto nella graduatoria della Corruption Perception Index di Transparency International, dopo il Ghana e la Macedonia. Analoga percezione è espressa dagli indicatori della Banca Mondiale (Rating of control of corruption RCC). In circa 60 miliardi di euro all’anno vengono stimati dalla Corte dei Conti i danni economici arrecati alla Pubblica amministrazione dalla corruzione (relazione anno giudiziario 2012); nel 16% è stata stimata la perdita degli investimenti dall’estero negli ultimi 5 anni.

Il presidente del Senato Grasso al suo primo giorno di mandato parlamentare ha depositato un disegno di legge in materia di corruzione, voto di scambio, falso in bilancio e riciclaggio con questa introduzione : “Onorevoli Senatori, la lotta alla corruzione è diventata una priorità nelle agende politiche internazionali, anche per effetto della profonda crisi che coinvolge le più avanzate economie mondiali: il diffondersi delle prassi corruttive, minando la fiducia dei mercati e delle imprese, determina, tra i suoi molteplici effetti, una perdita di competitività.. omissis”.

Pur dopo la adozione nel 2012 da parte del Governo Monti di una normativa generale egli ha sentito ed avvertito l’esigenza di concorrere alla risoluzione di in tema politico primario; nella sua funzione di magistrato inquirente e nella successiva posizione di Procuratore Nazionale Antimafia he speso energie su singole situazioni, senza poter incidere più di tanto a livello generale .

Viene da chiedersi come mai non sia stato possibile affrontare, nel ventennio della seconda Repubblica, la cura radicale di una malattia che sembrava debellata agli inizia degli anni 90. Certamente il Convegno potrà dare tante risposte . Una cosa è certa: è ora di voltare pagina. Parlarne e dibatterne è solo un buon inizio di terapia.

locandina 2

Federico d’aniello